Felicità è essere liberi, e le catene più difficili da tagliare sono i propri pregiudizi.
I pregiudizi nascono da quella che identifichiamo come “normalità”. La diversità spaventa. Abitudini, piccole certezze fatte di luoghi, colori, odori, suoni, volti conosciuti, compongono il puzzle della normalità. La normalità è soggettiva. Ma si sposta oggettivamente su due binari: il Tempo e lo Spazio.
Fino a prova contraria nessuno oggi è libero di muoversi nel Tempo, ma nello Spazio si, ed è per questo che amo viaggiare.
La fotografia di Viaggio porta ad osservare le sfumature delle diversità, delle culture, dei paesaggi e dei popoli.
Appartengo all’era della fotografia digitale, il mio corredo fotografico non mente, ma alcune volte amo scattare in pellicola, proprio per l’attenzione e la meticolosità che questo genere di fotografia richiede. Per chi ama occuparsi di “Travel Photography” Londra è certamente un luogo meraviglioso dove sperimentare ed esercitare.
In uno dei miei ultimi viaggi a Londra ho infilato nella mia borsa solo la Olympus OM-10 equipaggiata con obiettivo 50mm f/1.8, e tre rullini da 12 pose.
Delle 36 fotografie che ho scattato, questa è decisamente la mia preferita.
Fotografare in viaggio per me è dimenticarsi la mappa turistica. E’ stare seduti o girovagare senza meta, osservando e cercando di capire quanto in uno stesso Mondo possano coesistere usi e costumi così diversi.
Sono stato seduto per molto a Portobello Road, osservando il dinamismo di una città che vive e si evolve. La curiosità che porta la gente a cercare sempre qualcosa di nuovo, nonostante ci sia praticamente tutto. L’inventiva che porta a guadagnarsi da vivere stando per ore a testa in giù in un secchio. A me pareva assurdo stare a testa in giù in un secchio, ma penso che in mezz’ora questo ragazzo abbia guadagnato molto di più di qualsiasi cameriere per un’intera giornata di lavoro. E’ tutto relativo.